Le virtù di Griselda

Prendendo le mosse della straordinaria fortuna della storia di Griselda, che nel Decameron viene collocata al termine della decima e ultima giornata, si discutono le varie tesi relative alla sua origine, riconoscendo in Boccaccio l’inventore di un preciso intreccio narrativo, mantenutosi stabile per lungo tempo nelle numerose riprese, riscritture e rifacimenti prodotti ad opera tanto di scrittori poco noti (e talvolta anche anonimi) quanto di autori fra i più importanti della letteratura europea, da Petrarca a Chaucer, da Lope de Vega a Perrault a Goldoni. Analisi specifiche sono dedicate al testo di Boccaccio e a quello di Petrarca, mettendo in evidenza l’importanza della versione latina di quest’ultimo per la successiva diffusione europea della storia. Passando attraverso i più diversi autori ed ambienti l’intreccio si mantiene sostanzialmente immutato per circa cinque secoli: è solo nel XIX secolo, con un dramma di Halm, che si produce uno sconvolgimento mediante un capovolgimento del finale. La ragione di tale stabilità, come quella dei mutamenti, viene cercata nell’evolversi del concetto di virtù, sotteso alla storia nelle sue varie redazioni. Completano il volume alcune ‘schede’ che prendono in esame aspetti particolari della ricca iconografia ‘griseldiana’.